Giro d’Italia 2018, Zanatta sottolinea come la Bardiani abbia “onorato il Giro”
Avaro di soddisfazioni, si è concluso comunque a testa alta il Giro d’Italia 2018 della Bardiani CSF. Il bottino dice zero vittorie di tappa, ma è stato affrontato come sempre con onore dai ragazzi del #GreenTeam. L’atleta più interessante della squadra, l’abruzzese Giulio Ciccone, si è dovuto accontentare di un quarto posto di tappa (dopo una lunga fuga) nella penultima frazione con l’arrivo in quota di Cervinia, e di vestire per qualche giorno la maglia azzurra di miglior scalatore, cullando il sogno di portarla sul podio di Roma: un sogno svanito infine per soli 17 punti.
La squadra ha dovuto inoltre rinunciare sin dalla quarta tappa al velocista designato, ovvero Andrea Guardini, e in seguito, per problemi fisici e malanni, ad altri tre elementi come Mirco Maestri, Alessandro Tonelli e Manuel Senni, concludendo così con soli quattro atleti la corsa. A quel punto era difficile riuscire ancora a farsi vedere, come aveva fatto sin dalle prime fasi Enrico Barbin, che ha concluso comunque in seconda posizione il Premio Fuga Pinarello, a conferma di una grande aggressività dell’intera squadra.
Il direttore sportivo della formazione italiana, Stefano Zanatta, analizza la prestazione dei suoi ragazzi: “Credo che nessuno possa negare che abbiamo onorato il Giro. I risultati delle tappe così come le classifiche generali hanno mostrato quanto elevata sia stata la qualità della corsa”. Una missione molto difficile attendeva i ragazzi di Reverberi, una piccola e giovane formazione (Andrea Guardini il più “vecchio” classe ’89), di fronte a tanta qualità: “Ci siamo confrontati con campioni di livello assoluto, squadroni super attrezzati con budget milionari, e ogni giorno i nostri giovani si sono buttati nella mischia con coraggio e prestazioni onorevoli”.
“Su ventidue squadre solo dieci sono riuscite a vincere una tappa, e tutte di categoria World Tour – osserva l’ex corridore attivo fra gli anni ottanta e novanta – È un dato che la dice lunga sulla durezza del confronto, così come le sole due fughe arrivate al traguardo. Il nostro sogno era vincere una tappa e abbiamo dato tutto per riuscirci“.
Il DS italiano ricorda poi lo scopo principale della sua squadra,al di là di vittorie o risultati deludenti: “non dimentichiamo l’obiettivo dell’intero progetto GreenTeam: offrire ai giovani l’opportunità di crescere, formarsi come corridori, sbagliare ed imparare. Questo traguardo l’abbiamo senza dubbio tagliato per primi“.
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